Alexa non è l'unico assistente vocale ma a me sembra quello con un futuro più roseo a livello utente finale possendendo oggetti suoi, audio libri, un ecommerce, ...
Alexa non è l'unico assistente vocale ma a me sembra quello con un futuro più roseo a livello utente finale possendendo oggetti suoi, audio libri, un ecommerce, ...
Questa la testimonianza di Eric (quadriplegic) così come la riporta Amazon
When I first got out of the hospital in 1998, my only options for assistive technology were an early service that used my breath to activate technology or very rudimentary prototypes of what would one day become technology like smart plugs. But they weren’t covered by my insurance, so they were expensive. In addition, they weren’t readily available for the average consumer—you needed a referral from your doctor to be able to purchase them. When I found Alexa, I realized how a smart device could be a total game changer for people like me. That was when I bought my first Echo Dot.
Ho appena finito di vedere sulla RAI il film Marie Heurtin: Dal buio alla luce.
Comandare con la voce è comodo ma in una casa non vi può essere un unico assistente vocale e non si può urlare da una stanza all'altra.
Gli smartphone sono stati i primi ad introdurre la dettatura.
I motivi sono semplici: tutti sono dotati di microfono e utilizzare la tastiera (virtuale) non è per tutti agevole.
Riconoscere correttamente le parole di ogni lingua per poi scriverle correttamente in tempo reale richiedeva importanti programmi in grado di imparare nel tempo.
E' una possibile e giusta via combattere la disabilità ingannando il cervello?
Se leggiamo la definizione in wikipedia di transumanesimo potremmo leggere l'innovazione tecnologia anche in questa ottica ed aggiungere nella definizione, non presente in wikipedia la disabilità.
Ho da poco visto il film Il discorso del re (The King's Speech) incentrato sulla balbuzie del re Giorgio VI di Inghilterra e al rapporto con il logopedista Lionel Logue.
Interessante scoprire come una disabilità "lieve" in alcuni contesti e situazioni possa diventare fondamentale, come un approccio innovativo alla cura, che tenga conto della persona, possa influire almeno psicologicamente (nel film e nella realtà il logopedista diviene un amico).
L'immagine tratta dal film Il discorso del re è di Wikipedia (RanZag - DVD del film)
Oggi ho scoperto l'esistenza della rappresentazione matematica in Braille.
Ovviamente immaginavo vi fosse la possibilità di esprimere i numeri e le operazioni.
Ad Abraham Nemeth si deve l'idea di base. Bisogna far precedere i numeri dal simbolo # e quindi usando gli operatori non è complesso scrivere operazioni con i relativi risultati.